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Fiordaliso
Una sporca poesia / Il canto del cigno
45 giri Durium, 1982
di Andrea Direnzo
Soltanto nel decennio Ottanta, Fiordaliso ha timbrato ben sette presenze al Festival di Sanremo, dal 1982 al 1986 di fila, poi nel 1988 e 1989. Vincitrice a Castrocaro ‘81, a pari merito con Zucchero, debutta da “aspirante” nell’edizione ‘82 con Una sporca poesia, non arrivando in finale ma riscuotendo buoni consensi. La canzone, scritta per la musica da Pinuccio Pirazzoli e Franco Fasano su testo di Depsa in veste anche di produttore, è pubblicata su 45 giri dalla Durium rappresentando l’esordio discografico da solista (due anni prima aveva inciso alcuni brani per l’LP IO HO BISOGNO DEL MARE di Franco Bagutti e la sua orchestra) della brava cantante piacentina. Voce graffiante, interpretazione da professionista navigata (dieci anni e passa di gavetta alle spalle), folta e bruna criniera, look curato da Cesare Zucca (abiti di Enrico Coveri) e naturalmente brano azzeccato (sentimentale ma con un pizzico di moderna ribellione), fanno di lei una delle rivelazioni femminili più promettenti della scena pop melodica italiana.
La foto di copertina del singolo, opera di Ilvio Gallo, ritrae Fiordaliso con un mela sanguinante in mano (una Biancaneve noir?), elemento che torna in alcune esibizioni televisive destando una certa curiosità. Sul Lato B è inserito Il canto del cigno, pezzo composto da Depsa e Zucchero, quest’ultimo tra gli autori – insieme a Luigi Albertelli ed Enzo Malepasso – del suo più grande successo, Non voglio mica la luna, quinto posto a Sanremo ‘84 e trentaduesimo nella Hit Parade dei 100 dischi più venduti dell’anno, esportato nel mondo in lingua spagnola con il titolo Yo no te pido la luna. Compiendo un passo indietro, nel 1983 Marina accede all’unica categoria, i “Big italiani e stranieri”, proponendo Oramai, canzone che le permette di esprimere al meglio le sue doti vocali e interpretative grazie al fatto che, a differenza di altri colleghi, decide di esibirsi dal vivo sulla base. Il risultato non è affatto male: sesta nella classifica finale, premio della critica per la categoria “Giovani” e un riscontro molto favorevole da parte del pubblico e degli addetti ai lavori (qualcuno la considera la “nuova Mina”).
Il 1983 rappresenta l’anno della definitiva affermazione di Fiordaliso che d’ora in avanti affinerà il suo stile confermandosi tra le indiscusse protagoniste Anni Ottanta della manifestazione sanremese: nel 1985 (Il mio angelo, dedicata al figlio Sebastiano) e 1986 (Fatti miei) ancora sotto contratto con la Durium; invece nel 1988 (Per noi), 1989 (Se non avessi te) e 1991 (Il mare più grande che c’è) con la EMI. La sua ultima partecipazione risale al 2002 quando si fa interprete intensa di Accidenti a te firmata da Giancarlo Bigazzi e Marco Falagiani.
A distanza di quarant’anni esatti, Una sporca poesia si fa riascoltare con piacere sia nell’originale sia nelle varie riletture contenute negli album … E ADESSO VOGLIO LA LUNA (1994) e RISOLUTAMENTE DECISA (2002), ma soprattutto nelle versioni live inserite nella scaletta dei dischi DAL VIVO PER IL MONDO (1985) e SPONSORIZZATA (2011) che hanno il pregio di mettere in evidenza alcune costanti inalterate dell’essenza di Fiordaliso: forza, passione e naturalezza.