Wess & Dori Ghezzi
Voglio stare con te (United We Stand) / There’s Gonna Be A Revolution

45 giri Durium, 1972

di Andrea Direnzo

Tra le coppie più amate e ricordate della canzone italiana, è impossibile non menzionare quella formata nei primi anni Settanta da Wess & Dori Ghezzi. Il primo, che di cognome faceva Johnson, nato nella Carolina del Nord nel 1945 e scomparso nel 2009, arrivò in Italia a metà anni Sessanta come valente bassista, oltre che cantante e arrangiatore, dell’orchestra R&B di Rocky Roberts, ossia The Airedales. Nel 1967 il debutto da solista per la Durium con il 45 giri Senza luce (versione italiana di A Whither Shade Of Pale dei Procol Harum, nello stesso periodo incisa dai Dik Dik e da Fausto Leali) a cui seguì la fortunata I miei giorni felici, cover di Chapel Of Dreams dei Dubs. Per quanto riguarda la bionda, brava e bella Dori, anche lei esordì nel ‘67 per la Durium con il 45 giri Vivere per vivere, ma solo nel 1969 conobbe il successo con Casatschok. Due carriere che, nonostante una cospicua dose di talento, non riuscivano a decollare a pieno. Nel 1972, la svolta: Wess scelse Dori, compagna di scuderia, per incidere a due voci la versione italiana (testo di Luigi Albertelli) di United We Stand dei The Brotherhood Of Man che divenne Voglio stare con te. Il brano, inserito nell’LP VEHICLE di Wess & The Airedales e pubblicato su 45 giri (Lato B There’s Gonna Be A Revolution), funzionò alla grande ottenendo un considerevole riscontro commerciale tanto da spingere i discografici a puntare sulla coppia. Nacquero ufficialmente Wess & Dori Ghezzi.

Da questo momento in poi, il duo inanella uno dopo l’altro una serie di successi: Tu nella mia vita (Festival di Sanremo ‘73), Un corpo e un’anima (1° posto a Canzonissima ‘74), Era (3° all’Eurofestival ‘75), Come stai, con chi sei (2° posto al Festival di Sanremo ‘76), Amore bellissimo (Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia ‘76), più svariate cover di hit straniere. L’inaugurale Voglio stare con te fu inserita nel disco d’esordio intitolato semplicemente WESS & DORI GHEZZI, primo di cinque incisi negli otto anni di sodalizio artistico. La canzone che più li rappresenta è senza ombra di dubbio Un corpo e un’anima con quell’incipit del ritornello che acchiappa «… e non ci lasceremo mai, abbiamo troppe cose insieme…», trionfatrice della gara canora televisiva Canzonissima ‘74, scritta da Luigi Albertelli e Lubiak (pseudonimo di Felice Piccarreda, discografico della Durium) per il testo e da Umberto Tozzi e Damiano Dattoli per la musica. Sarà stata la riuscitissima accoppiata “caffellatte” (lui moro e pelle d’ebano, lei bionda e pelle di luna), saranno state le loro voci diverse ma perfettamente incastrate (calda e black quella di lui, cristallina e melodica quella di lei), saranno state le canzoni orecchiabili e piene di sentimentaloidi luoghi comuni, sta di fatto che il 45 giri ottenne un ottimo successo, risultando settimo nella classifica dei 100 dischi più venduti del 1975. Nel 1977 fu pubblicato il loro ultimo 45 giri, Canzone a Leopardi; nel 1979, invece, l’ultimo 33 giri intitolato IN DUE dopodiché lo scioglimento e la ripresa delle rispettive carriere da solisti. Non stupisce però che ancora oggi i due vengano ricordati principalmente in duo. Toccanti le parole di Dori Ghezzi in occasione della morte di Wess: «Da lui ho imparato il mestiere. Lui era l’artista, io la corista. Rammento quel periodo come uno dei più belli e divertenti del mio lavoro».

Recommended Posts