I Camaleonti
Eternità / Bella che balli

45 giri CBS, 1970

di Andrea Direnzo

Sebbene tra il 1966 e il 1969 avessero collezionato una bella sfilza di successi da (alta) classifica come Sha… la la la la, Portami tante rose, Non c’è niente di nuovo, Applausi, Io per lei, L’ora dell’amore, Viso d’angelo e Mamma mia, i Camaleonti parteciparono per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1970. Altri gruppi, tra cui Ribelli, Equipe 84, Giganti e The Rokes, li avevano già preceduti sul palco più ambito della canzone italiana. Tra i brani in gara dell’edizione numero venti (in programma dal 26 al 28 febbraio presso il salone delle feste del Casinò Municipale di Sanremo) c’era Eternità, scritto dall’accoppiata Claudio Cavallaro e Giancarlo Bigazzi, proposto in doppia esecuzione dai Camaleonti e dalla veterana (alla quinta presenza) Ornella Vanoni. La canzone risultò molto apprezzata fin dal primo ascolto, tuttavia non riuscì ad arrivare sul podio; infatti si classificò quarta con 235 voti, 61 di scarto rispetto alla terza classificata L’arca di Noè, presentata da Sergio Endrigo e Iva Zanicchi. Andò sicuramente meglio in termini di vendite; il 45 giri dei Camaleonti, pubblicato dalla CBS con Lato B la dimenticabile Bella che balli, riuscì a posizionarsi al 12° posto dei cento più venduti dell’anno, dopo La prima cosa bella di Nicola Di Bari (8°) e davanti a Chi non lavora non fa l’amore (19°) di Adriano Celentano, rispettivamente secondo e primo classificato del Festival. La versione della Vanoni, invece, si arrestò soltanto alla 61ª posizione.

All’epoca i Camaleonti erano composti da Tonino Cripezzi (voce, pianoforte, violino) e Livio Macchia (voce, chitarra, basso), per oltre cinquant’anni cardini del gruppo, più Paolo De Ceglie (batteria) e Gerry Manzoli (chitarra). Un arrangiamento indovinato, il timbro vocale unico e vibrante dell’inimitabile Tonino, il giusto feeling d’insieme in unione alla bellezza di musica e parole, ne hanno decretato meritevolmente il successo elevando Eternità a loro cavallo di battaglia e a evergreen della canzone italiana. Il brano fu inserito nella raccolta I MAGNIFICI CAMALEONTI del 1973, anno in cui misero a segno la hit Perché ti amo; nel 2016 una nuova versione è stata incisa per l’album celebrativo 50 ANNI DI APPLAUSI.
Per quanto riguarda l’interpretazione dell’artista milanese, dall’arrangiamento più classico curato da Ninny Carucci, fu pubblicata dall’Ariston su 45 giri (Lato B Sto con lui) e inserita nell’Lp APPUNTAMENTO CON ORNELLA VANONI (1970), poi ricantata per il quarto capitolo dell’antologia OGGI LE CANTO COSì (1982), infine riproposta in un roboante duetto con i Pooh in Più di me (2008). Da segnalare l’ottima rilettura del cantautore Diodato, contenuta nell’album A RITROVAR BELLEZZA del 2014. In questi giorni, però, l’unica versione consigliabile da ascoltare e riascoltare è l’originale cantata da Tonino, improvvisamente scomparso il 3 luglio scorso, per rendere omaggio al talento umile e garbato, ma allo stesso tempo autorevole e incisivo, di un eterno innamorato della musica.

foto di Frank Fanelli

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