Gianni Rock
Lassù qualcuno mi ama / Un ragazzo come me

45 giri Zeus; 1964

di Andrea Direnzo

La vita di Massimo Ranieri potrebbe benissimo diventare un film. Nato il 3 maggio 1951 a Napoli da Umberto e Giuseppina Amabile, Giovanni Calone – questo il suo vero nome – è il quinto di otto figli; tutti insieme abitano in un monovano al quinto piano di un vecchio palazzo del quartiere San Ferdinando, in via Pallonetto a Santa Lucia. Per aiutare la famiglia, fin da piccolo, svolge vari lavori: dal garzone al fattorino, dal commesso al barista. Come più volte raccontato da lui stesso, i grandi lo costringono a cantare per i turisti da sopra uno scoglio; non sapendo nuotare deve obbedire per essere riportato sulla terraferma. Nel 1964, mentre lavora in un bar, viene notato dal musicista Gianni Atterrano che ne fiuta il talento e lo fa diventare la spalla di Sergio Bruni. A soli tredici anni, con il nome d’arte di Gianni Rock, parte per gli Stati Uniti dove si esibisce addirittura alla Brooklyn Academy Of Music di New York. A questo periodo risale l’incisione del primo 45 giri, Lassù qualcuno mi ama (Lato B Un ragazzo come me) per la Dischi Zeus, nota etichetta discografica napoletana che annoverava nella sua scuderia Peppino Gagliardi e Mario Merola.

Fa tenerezza e simpatia ascoltare la voce ancora acerba e studiatamente graffiante di Ranieri ragazzino, già potente e dotata di una certa personalità, cantare due canzoni che si rifacevano ai successi dei teen idols italiani di quegli anni, in primis Gianni Morandi e Rita Pavone. La foto di copertina ritrae l’adolescente con aria sognante ponendo a lato otto bandiere di diverse nazioni, forse a benaugurargli il successo internazionale. Due anni più tardi la svolta, l’incontro con Enrico Polito che gli farà firmare un contratto discografico con la CGD. Un paio di singoli incisi come Ranieri, poi l’aggiunta del nome Massimo in occasione della prima partecipazione al Festival di Sanremo 1968 con Da bambino, abbinato ai Giganti. Arriva la canzone giusta, Rose rosse, scritta da Polito e Giancarlo Bigazzi, esplosa a scoppio ritardato solo nel 1969 ma che vende un milione e ottocentomila copie aggiudicandosi la vittoria al Cantagiro. È solamente l’inizio di una carriera luminosissima partita dalla musica ma approdata al cinema, al teatro e alla televisione, sempre a livelli altissimi, come si addice a un fuoriclasse.

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