Nicolò Carnesi
HO UNA GALASSIA NELL’ARMADIO

CD Malintenti Dischi, 2014

di Michela Moramarco

Niccolò Carnesi, “Ho una galassia nell’armadio” al posto del proverbiale scheletro

HO UNA GALASSIA NELL’ARMADIO è il secondo album in studio del cantautore Nicolò Carnesi, pubblicato nel 2014. L’album si apre con la traccia omonima, la quale vede come protagonista una galassia nell’armadio, al posto del proverbiale scheletro. Una galassia che ha molti significati.

Dunque, il brano ci conduce in una dimensione new wave, in cui si galleggia piacevolmente, come se ci si ritrovasse in un film con gli effetti speciali. Ma una volta catapultati nell’ascolto galattico, è difficile staccarsene. Si continua infatti con Il disegno, brano onirico ma non troppo, del talentuoso Niccolò Carnesi. Il disegno segue belle linee di basso, senza uscire dai bordi di una tradizione Smithsiana. E anche se non è L’ultima fermata a chiudere l’album, o forse proprio per questo, si continua con un brano che è caratterizzato da una vena malinconica, tipica di quando le cose finiscono e poi si scopre che non erano neanche iniziate.

Tra le dieci tracce, ognuna come un pianeta della sopracitata galassia, c’è un “Proverbiale” elenco di modi di (non) dire qualcosa. Il brano è ben pensato nel testo, sicuramente anche nei suoni, ma risulta comunque leggero, come un oggetto che fluttua. Proverbiale è il brano-ponte verso la seconda metà del disco, che si imbatte in Cassandra, nella procrastinazione e nella paura di trovarsi con un vuoto che non è più il proprio. E così, nell’attesa di essere “Illuminati”, ci si rende conto che quella galassia è proprio quella dove finiscono le vite che non abbiamo, mentre siamo impegnati a inseguire un eccedente stakanovismo.

E, se Gli eroi non escono il sabato, si può pensare allora che la noia non è così male, se serve ad accorgersi della galassia in cui si nuota. Così, HO UNA GALASSIA NELL’ARMADIO si conclude con La rotazione, un brano che vuole porsi come una spirale dell’eterno ritorno. Come se quella galassia nell’armadio potesse poi portare ad un universo in cui non si muore mai. E se si dovesse morire, almeno ci si deve accorgere di poter viaggiare.

Recommended Posts