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Dionne Warwick
Dedicato all’amore / Go With Love
45 giri Scepter Records; 1967
di Andrea Direnzo
Nel 1964 il Festival di Sanremo diventò “internazionale” grazie all’idea del lungimirante direttore artistico Gianni Ravera di affiancare, nella doppia esecuzione del brano in gara, un cantante italiano a uno straniero. E così, in quei favolosi anni Sessanta, arrivarono in Riviera dei Fiori tante stelle della musica mondiale: da Ben E. King a Dusty Springfield, da Gene Pitney a Paul Anka, da Wilson Pickett a Shirley Bassey, fino a Marianne Faithfull, Stevie Wonder e Dionne Warwick.
Quest’ultima, “musa di Bacharach” per antonomasia, approdò per la prima volta a Sanremo nel 1967, già detentrice di successi come Don’t Make Me Over, Walk On By e Anyone Who Had A Heart. Affiancò Peppino Di Capri, esordiente al Festival, nell’interpretazione di Dedicato all’amore, canzone firmata da Alberto Testa, Daniele Pace e dal musicista (in seguito discografico e produttore) Flavio Carraresi – meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dunnio – che ottenne il beneplacito sia di Burt Bacharach sia della Scepter Records per avere la “Pantera del Soul”. Purtroppo il brano, musicalmente troppo raffinato e orchestrato con maestria da Garry Sherman, fu escluso dalla finale.
L’etichetta discografica statunitense, distribuita dalle Messaggerie Musicali, pubblicò il 45 giri del motivo sanremese cantato con gran classe dalla Warwick in un italiano niente male, caratterizzato da quel tocco esotico e intrigante. Se si ascolta la versione inglese su testo di Manny Curtis intitolata For The Rest Of My Life, incisa da Dionne e inserita nell’LP VALLEY OF THE DOLLS (marzo 1968), l’effetto è sicuramente diverso, si avverte subito un feeling maggiore, un’aderenza perfetta tra stile e anima. L’album contiene inoltre You’re My World e Silent Voices, ossia le cover de Il mio mondo di Umberto Bindi e La voce del silenzio, quest’ultima presentata a Sanremo ‘68 dalla stessa cantante in coppia con il valente Tony Del Monaco senza grande fortuna (ultima nella classifica finale) ma poco dopo ripresa da Mina e divenuta un “classico” della Canzone Italiana.