Wilson Pickett
Deborah / Down By The Sea
45 giri Atlantic; 1968

Un’avventura / Amo te
45 giri Atlantic; 1969

di Andrea Direnzo

Tra le accoppiate più esplosive della storia del Festival di Sanremo, c’è quella formata nel 1968 dal debuttante “negro bianco” Fausto Leali e dal “soul man” Wilson Pickett nel suo periodo più glorioso. La canzone, in pieno stile Rhythm And Blues, è perfetta per i due: Deborah, scritta da Giorgio Conte per la musica e da Vito Pallavicini per il testo, è un’invocazione di ascolto sofferta e disperata dell’amato – che evidentemente ha sbagliato in qualcosa – all’amata che però non gli vuole più bene. A un certo punto compaiono strane visioni: «Lunghe ali di fuoco han coperto la luna sopra di me… E sui banchi di sabbia corro piangendo cercando te e vedo gli occhi di ghiaccio innamorati di me».

Il cantante dell’Alabama è accompagnato dal suo complesso, otto musicisti presenti sul palco; alla sua sinistra un quintetto di fiati bello corposo, più una sezione ritmica pulsante alla sua destra, fondamentale per dare al brano una notevole impennata black, ancor più vigorosa nel ritornello cantato in inglese. L’esibizione di Pickett è eccezionale sia vocalmente sia scenicamente, condita dal suo caratteristico graffio e da un feeling fuori misura. Il pubblico apprezza e applaude, le giurie premiano la proposta in gara con un dignitoso quarto posto (224 voti in totale). L’Atlantic, etichetta discografica di New York in seno al quale l’artista statunitense ha raccolto i maggiori successi, pubblica (distribuito dalla RI-FI Record) il 45 giri del motivo sanremese inserendo Down By The Sea nel Lato B, ottima ballad firmata dallo stesso Wilson. Il disco ottiene un buon riscontro commerciale tanto da posizionarsi 41° nella Hit Parade dei 100 singoli più venduti del ‘68; la versione di Leali vende meno ma Deborah diventa un suo “cavallo di battaglia” e per giunta il nome della sua secondogenita avuta con Milena Cantù alias La Ragazza del Clan. Mina, come già fatto in passato con altri brani, ne incide una personale e magistrale versione arrangiata da Augusto Martelli, inserendola nell’LP CANZONISSIMA ‘68.

Per Wilson Pickett, Sanremo non finisce qui. Ci ritornerà l’anno dopo, sempre accompagnato dai suoi musicisti, stavolta abbinato a un illustrissimo debuttante, Lucio Battisti, alla sua prima e unica partecipazione festivaliera. La canzone presentata è Un’avventura, tra le più conosciute del canzoniere battistiano, composta insieme a Mogol con l’intervento di Carl Sigman nella riproposizione di Pickett. L’accoppiata non esplode ai livelli della precedente, ma riescono a figurare bene entrambi, nonostante si debbano accontentare solo di un nono posto (69 voti). Anche in questo caso, esce su etichetta Atlantic (distribuito di nuovo dalla RI-FI Record) il 45 giri prodotto da Ezio Leoni e arrangiato da Arif Mardin, marchiato dalla dicitura “Sanremo 1969” che vede sul Lato B Amo te, pezzo scritto da Bobby Womack (I’m In Love) e cantato in italiano soltanto in un breve passaggio. Battisti ha la meglio su Pickett in termini di vendite; la versione dell’autore è quella che colpisce nel segno. Il primo periodo “internazionale” del Festival si conclude nel 1969; nei due anni successivi verranno mantenuti gli abbinamenti ma saranno tra cantanti nostrani. Bisogna attendere gli anni Novanta, precisamente le edizioni ‘90 e ‘91 organizzate da Adriano Aragozzini, per riportare gli artisti stranieri nella Riviera dei Fiori.

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