Peppino Di Capri
IN CONCERTO

LP/CD Polydor, 1988

di Andrea Direnzo

Quando inizia ad avvicinarsi il Festival di Sanremo, ecco che l’aria diventa elettrica. Si parla tanto del direttore artistico, delle vallette, dei super ospiti, infine delle canzoni e dei relativi cantanti. Da qualche giorno, gira sui social una lettera speciale indirizzata ad Amadeus scritta dal giornalista radiofonico Francesco Troncarelli e appoggiata da vari esponenti della musica e dello spettacolo: da Renzo Arbore a Edoardo Bennato, da Dodi Battaglia a Carlo Verdone, fino a Maurizio Costanzo e Mara Venier. La richiesta è di consegnare il «Premio alla carriera» a Peppino Di Capri in occasione della 72ª edizione dell’imminente evento (più) televisivo (che) canoro. Come non essere d’accordo? Insieme a Milva, Al Bano e Toto Cutugno, Giuseppe Faiella – questo il suo vero nome – detiene il record di partecipazioni sanremesi, quindici in totale (la prima nel 1967 in accoppiata con Dionne Warwick, l’ultima nel 2005), di cui tredici da solista e due rispettivamente con Pietra Montecorvino (1992) e il Trio Melody (1995) formato con Gigi Proietti e Stefano Palatresi. A questo c’è da aggiungere il fatto che ha trionfato in due edizioni: nel 1973 con Un grande amore e niente più e nel 1976 con Non lo faccio più. Tutto però non si esaurisce a Sanremo.

Di Capri ha cominciato a fare musica all’età di quattordici anni, nel 1953, esordendo discograficamente nel 1958, accompagnato dal complesso dei Rockers, con il 45 giri Let Me Cry / You’re Divine Dear pubblicato dalla Carish e seguito a ruota (difficile per quei tempi) da un LP. Tanti i successi collezionati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in primis i classici napoletani riproposti in chiave moderna (Nun è peccato, Malatia, Luna caprese, I’ te vurria vasà, Voce ‘e notte) e rinnovati dalla sua particolarissima e inconfondibile voce, dotata di una caratteristica nasalità, capace anche di interpretare cover italiane di brani provenienti dagli Stati Uniti, ad esempio No Arms Can Ever Hold You diventata Nessuno al mondo e le scatenate Let’s Twist Again e Speedy Gonzales. Gettonatissime nei Jukebox le inedite St. Tropez Twist (1962) e Roberta (1963) che lo consacrano re di quelle favolose estati. E poi l’esperienza come gruppo spalla alle esibizioni italiane dei Beatles (correva l’anno 1965), le tournée in giro per il mondo, i milioni di dischi venduti. In oltre sessant’anni di carriera non sono mancate fasi basse, in cui sembrava non ci fosse spazio per lui. Non si è dato per vinto, non ha mollato, ha resistito e nei primi anni Settanta ha fondato l’etichetta discografica Splash, riprendendo quota grazie alla vittoria al Festival di Napoli con Me chiamme ammore (1970) e proseguendo con L’ultimo romantico (Sanremo ‘71), Amare di meno (sigla di Rischiatutto ‘72), Champagne (Canzonissima ‘73), fino alle due vittorie sanremesi sopra citate.

Nel decennio Ottanta timbra cinque presenze all’Ariston, la più fortunata nel 1987 con Il sognatore, quinto posto nella classifica finale. La canzone, scritta insieme a Depsa e Cutugno, è perfetta per le sue corde, introdotta da mezzo giro di ritornello fischiettato che resta impresso nella mente. Il motivo festivaliero apre l’album IN CONCERTO del 1988, registrato alla Royal Albert Hall di Londra il 4 gennaio 1987 e «perfezionato per circa un anno con interventi vari in studio, il tutto per rendere la ripresa tecnicamente omogenea e con sonorità gradevoli e affascinanti». Sempre nelle note interne si legge che “Peppino Di Capri al piano ha cantato, rielaborato e… programmato” i venti brani in elenco collaborando con un bel gruppo di musicisti tra cui spicca la presenza dello storico bassista dei Rockers Pino Amenta. Per ragioni di spazio, e considerando trent’anni di musica, alcuni episodi sono rimasti fuori (ad esempio è sera e Frenesia) ma ci sono i “cavalli di battaglia” già menzionati, tanta Napoli (Reginella, Munasterio ‘e Santa Chiara e una bellissima versione di Santa Lucia luntana) e ancora Sanremo con E mo e mo (1985) e la fresca Nun chiagnere (1988), insomma un’incredibile carrellata di canzoni ed emozioni suggellate dal talento composto e raffinato di Peppino. Nel 1995 il disco è stato ristampato in CD mantenendo lo stesso titolo ma con copertina differente su cui, accanto a un’immagine in primo piano dell’artista, sono ripotati luogo e data di registrazione del concerto.

Tornando al discorso di apertura, chissà se fino alla fine il riconoscimento arriverà? E se non dovesse arrivare, il premio alla carriera più prezioso per Di Capri sono l’affetto, la stima e la riconoscenza incondizionati del pubblico. La sua meravigliosa storia intanto continua: ultimissima notizia è che il 14 febbraio uscirà il nuovo singolo intitolato L’amore esiste. Il palco di Sanremo sarebbe di sicuro il posto perfetto per presentarlo in anteprima. Pensaci, Amadeus!

 

Recommended Posts