Fausto Cigliano
POTPOURRÌ

CD Halidon, 2015

di Andrea Direnzo

Sarebbe stato un vero peccato se le fantasie delle più belle canzoni italiane del Novecento, arrangiate per voce e chitarra classica da Fausto Cigliano in occasione dell’edizione 1997 della trasmissione “Telesogni” (Rai 3), non fossero state incise.

Andrea Direnzo ci racconta come sono andate le cose.

Certo la pubblicazione di questo patrimonio musicale è arrivata solo nel 2015, ma per fortuna è possibile godere dell’ascolto di sedici sequenze (per un totale di 79 minuti e 5 secondi) che rappresentano una sorta di audio-bignami della storia della canzone italiana. Cigliano è una gemma preziosa di questa storia, dotato di un timbro vocale caldo e pieno, di uno stile interpretativo elegante e appassionato, un crooner partenopeo tutto anema e core. Non bisogna dimenticare che, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, insieme al grande Mario Gangi ha realizzato una preziosa collezione di dischi intitolati Napoli Concerto in omaggio alle più belle melodie napoletane.

Poutpourrì raccoglie – come specificato nel sottotitolo – cento canzoni cucite l’una all’altra da Cigliano in modo certosino e magistrale, oltre che personale, da non far avvertire nessuno strappo ma un unico flusso sonoro di voce e chitarra, seppure all’interno delle fantasie vi siano brani appartenenti a epoche diverse e generi contrastanti. Il viaggio parte precisamente dal 1885, da Era de maggio di Salvatore Di Giacomo, per arrivare al 1995, a Certe notti di Luciano Ligabue. Molti i frammenti dedicati alla canzone napoletana (sarebbe lungo l’elenco), qualcuno alla canzone romana (‘Na gita a li Castelli), mesciati con motivi degli anni Venti (Balocchi e profumi) e Trenta (Un’ora sola ti vorrei), di compositori come Cesare Andrea Bixio (Portami tante rose) e Giovanni D’Anzi (Ma l’amore no), della ditta Garinei & Giovannini con Gorni Kramer (In un palco della Scala) e Armando Trovajoli (Roma nun fa’ la stupida stasera) che si allacciano a Domenico Modugno (Vecchio frack), a Lucio Battisti (E penso a te), ai cantautori (Lauzi, Paoli, Tenco, De André, Endrigo) e alle protagoniste femminili (Mina, Vanoni, Ferri), fino a toccare Battiato (Centro di gravità permanente), Concato (Fiore di maggio), Minghi (1950) e Vasco (Vita spericolata).

La traversata approda anche alla sua E se domani, presentata al Festival di Sanremo ‘64 in coppia con Gene Pitney, sfiorando episodi come Arrivederci di Umberto Bindi e Vacanze romane dei Matia Bazar che sarebbe bello poter ascoltare in versione estesa. Su tutto splende la classe superlativa di Cigliano, seducente e incantatrice.

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