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Ilaria Pilar Patassini
LUNA IN ARIETE
CD Esordisco, 2019
di Viviana Berardi
Usciva nel 2019 LUNA IN ARIETE, quarto disco per Ilaria Pilar Patassini che, dopo una lunga gestazione, tornava con un lavoro discografico i cui testi sono scritti interamente di suo pugno mentre la produzione artristica, le musiche e gli arrangiamenti sono firmati insieme a Federico Ferrandina, abile chitarrista e arrangiatore. La nuova veste da cantautrice non delude affatto e ne svela in maniera lineare e minuziosa l’intimità del suo essere “femminile plurale”. “Quando sono intera sono a metà” racconta, infatti, in uno dei nove brani del disco. Ci rendiamo subito conto che la dualità è il fulcro attorno a cui gira il pensiero portante di questo progetto dall’enorme peso autobiografico. C’è un lirismo omogeneo che ci conduce in maniera delicata in un immaginario diviso esattamente in due tra realtà e fantasia, fiaba e attualità. Pilar non si risparmia raccontandoci del suo mondo interiore amplificato da un progetto di vita che sottende la vita stessa, quale era il figlio che portava in grembo. L’urgenza di condivisione viene resa ancor più manifesta nelle sessioni di registrazione in presa diretta realizzate dal quinto al settimo mese di gravidanza, di cui anche qualche videoclip ce ne dà felice testimonianza. Il progetto discografico, perciò, si arricchisce di elementi e di linguaggi espressivi diventando una performance senza scadenza a cui poter tornare e ritornare. Registrazioni acustiche in un ambiente in cui bianchi palloncini gonfi d’elio sembrano attendere soltanto che le acque si rompano e che ne fuoriesca il suono del cosmo mentre, in sottofondo, la pulsazione di un ecografo dona una emozionate scansione del tempo. Nel brano che dà il nome al disco Pilar argomenta tutto ciò che con LUNA IN ARIETE in qualche maniera può essere simbolicamente sintetizzato, se sintetizzare si può. Troviamo un’interiorità complessa fatta di paradigmi oppositivi e di divisioni da cui non trapela tormento ma piuttosto un’occasione per sfruttare questa “molteplicità” per vivere e sentire soltanto in maniera più pregna e viscerale. C’è un universo acquatico che ritorna quasi in tutte le canzoni; non solo un rimando al liquido amniotico in cui Ilaria sente muoversi il suo bimbo ma anche una traccia del movimento, del cambiamento e dell’evoluzione dell’universo in cui siamo immersi. Nei flutti dei pensieri nuotano maschile e femminile in un ciclico alternarsi di movimento e quiete. Carico di pathos il brano Il suono dell’universo in cui l’abilità è tale da farci sentire in maniera quasi epidermica il legame tra l’infinitamente piccolo e l’incredibilmente grande. Pilar canta in maniera commovente e poetica i cambiamenti del corpo e la necessità di rallentare contro la frenesia del quotidiano, per dare spazio ad una vita nuova. In Eccomi dichiara “il sasso sono io a lanciarlo, lui andrà dove vuole”; l’immagine potente suggella il senso di appartenenza scevro da qualunque tipo di possesso. La piccola creatura verrà soltanto instradata ma lasciata libera di essere quello che vorrà diventare. Si passa da un piano sequenza all’altro attraversando un accogliente bosco sonoro abitato anche da tre raffinati strumenti a fiato (corno, flicorno e trombone); il suono è suggestione crepuscolare che anima il calendario del privato racconto spazio-temporale che dona enfasi alla cosmogonia patassiniana. La voce di Pilar è lo strumento principe, carismatico e suadente attorno a cui dialogano le corde e le percussioni in un incedere leggero che ci trattiene sospesi in una zona al confine tra sogno e realtà. Il percorso artistico di Pilar si intreccia da sempre con il jazz, la musica barocca, la canzone d’autore e la letteratura e se questo disco non riesce a raccontare tutto quello che Ilaria è, come artista e come persona, certamente ce ne dà un più che esaustivo assaggio. Questo è un disco importante, quasi epico…come epiche sono le molte immagini letterarie utilizzate come potentissime metafore. Ilaria Pilar Patassini si è messa in gioco come autrice, donna e madre ed è anche per questa ragione che il suo viaggio personale è diventato un viaggio universale. LUNA IN ARIETE è “un luminoso punto e a capo” in attesa di quel che sarà.
foto di Paolo Soriani