Erica Boschiero
RESPIRA

CD Squi[libri]; 2021

di Michele Neri

Ama le sue radici Erica Boschiero. Si capisce quando canta le sue tradizioni in dialetto come nel suo penultimo album, si capisce anche quando canta in italiano nell’ottimo e recentissimo RESPIRA. Nella musica di Erica, anzi nelle sue canzoni, c’è la freschezza dei monti, la purezza di un ruscello, l’impalpabilità di una corrente ascendente; dalla sua musica garbata ed evocativa ci si può lasciar cullare, dalla sua voce ci si può far rapire e il riscatto sarà comunque dolce da pagare.

Ascolta, La memoria dell’acqua e Un’ostrica e una perla, le canzoni che formano un trittico iniziale davvero affascinante, sono racconti pomeridiani per aspettare il tramonto, per rasserenare l’animo. Albero motore, Monamour e Sale accolgono il cielo stellato, gli aprono la porta del cuore e lo fanno entrare. La città della gioia e Per sempre proteggo, sono dolci carezze notturne che aprono il sentiero alla title track, l’antelucana Respira, con i suoi vaghi sapori country che la rendono uno dei brani più accattivanti dell’album. Un attimo di pausa prima della ballata finale: E resta il grano, cantata in duetto con Neri Marcorè.

foto di Paolo Soriani

Verrebbe da dire che questo è il disco della maturità di Erica ma non sarebbe giusto perché gli ultimi due lavori della cantautrice, CARAVANBOLERO e E TORNEREM A BAITA, erano signori album. Forse questo RESPIRA è superiore alle opere citate, è un disco molto compatto nella sua delicatezza formale, meno vario di CARAVANBOLERO ma più complesso nella composizione, meno filologico di E TORNEREM A BAITA ma più accessibile pur nella sua ricchezza armonica.

Una citazione dovuta è quella per Sergio Marchesini, co-titolare del disco in dialetto e arrangiatore di questo nuovo capitolo ma anche la confezione, come sempre molto curata da Squilibri, merita un cenno. RESPIRA è un disco che illumina il prossimo futuro della musica italiana, di certa musica italiana, ovvio.

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