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Marina Rei
MUSA
CD Perenne – On The Road, 2009
di Andrea Direnzo

Energica come un’amazzone e vellutata come un petalo di rosa, Marina Rei nel suo settimo lavoro discografico (pubblicato precisamente l’8 maggio 2009) si fa interprete prodigiosa dell’universo femminile a 360 gradi. MUSA è senz’altro un disco “in rosa” ma giammai nel significato leggero e melenso del termine. Tutt’altro. MUSA trasuda fierezza, grinta, energia, fascino, delicatezza, insomma una forza incredibilmente “femmina”. Non è certo un album facile o semplice, ma è uno scorcio di mondo a cui dedicare un ascolto attento e accurato. Per le parole, per le musiche, per le tematiche, per l’ispirazione. Marina si è lasciata contagiare e invadere da figure di donne rivoluzionarie, da alcune muse che hanno impresso un segno importante nella storia (la pittrice Frida Kahlo e la fotografa Tina Modotti per citarne due) e ha tradotto questa sua carica in un’opera che le appartiene in totale, dalla scrittura delle canzoni alla loro esecuzione (vi suona batteria, percussioni e chitarra acustica), dagli arrangiamenti alla produzione.
In apertura c’è la title track dalla strofa molto ritmica in contrapposizione a un inciso aperto e melodico; segue Ci sarebbe ancora gloria, interessante brano sull’incomprensione e sul dolore che scaturiscono dal non detto, dalle cose lasciate al caso e ancora alle conseguenze che tali esperienze possono avere, ad esempio, su un figlio. La voce vibrante della Rei ha modo di librarsi in tutta la sua bellezza in Sorrido, dolcissima e malinconica ballata sul ricordo di un amore passato. La tensione torna altissima con Donna che parla in fretta, episodio tratto dal poema Fast Speaking Woman di Anne Waldman, musa della Beat Generation, che rappresenta l’epicentro dell’intero disco per la concitata trafila di versi che descrivono la figura femminile nell’epoca contemporanea.
Meravigliosa e superba è la cover di Paolo Benvegnù, Il mare verticale, che l’anima di Marina porta a livelli superlativi; sembra fatta apposta per lei e per le sue corde emotive. Temi spinosi come il naufragio di un matrimonio o la fine di un rapporto ritornano in La tua sposa e Buona vita a te; ironica e pungente è Il rovescio della cura, dedicata al “sesso forte” che poi tanto forte non è. Colpisce la delicatezza di Due mondi lontani e, in particolare, di Un volo senza fine che vede la cantantessa Carmen Consoli accompagnare alla chitarra la sola voce dell’amica. Chiude il disco Regina Reginella, surreale filastrocca rock-percussiva interpretata insieme a tre bambini. Consapevole, matura e volitiva, da questo momento in poi Marina Rei ha proseguito il suo percorso in maniera indipendente e soprattutto nella libera espressione di se stessa come donna e artista.

fotografia: Blondie