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Gabriella Martinelli
TUTTO DACCAPO
CD OTR Live, 2022
di Michele Neri
Ci ho messo tanto tempo a parlare di questo disco uscito il dieci dicembre del 2021. Appena è uscito ho avuto, come tanti altri, una reazione di stupore per quanto fosse lontana la Gabriella di Esseri sottili, di Casimira e di La vagabonde. Ma il cambiamento della cantautrice era radicale e ponderato ma mi ci è voluto qualche mese e decine di ascolti per capirlo e poter così entrare nel suo nuovo mondo artistico. Perché non è solo nel vestito scelto per le canzoni che sta la rivoluzione di Gabriella; è proprio la composizione, la struttura dei brani, lo stile lirico a essere profondamente mutato. Tanto che a cena io e Gabriella abbiamo fatto un gioco in cui ho ordinato le canzoni per data di composizione, indovinando tutto senza aver il minimo dato in merito. Perché le frasi si fanno più corte e secche, i testi si fanno diversi e la Martinelli di Esseri sottili lascia posto a una nuova protagonista che però passa da un piccolo gioiello come Culi di gomma, forse la canzone più adatta in questo album a essere un ponte tra le due anime.
Riuscire a “vedere” il cambiamento di Gabriella Martinelli, significa poter non rimpiangere le atmosfere acustiche che erano così irresistibili nei precedenti capitoli della discografia. Non partiamo dal primo brano del disco ma da Dove vivi tu, singolo che ha anticipato il nuovo progetto e unico firmato da ben cinque autori mentre per il resto abbiamo saldamente al timone compositivo Gabriella con Paolo Mazziotti. Dove vivi tu è un brano radiofonico e questo, ormai lo sappiamo da tempo, non è sempre un complimento: tre minuti e venti che devono acchiappare al primo ascolto e questo sinceramente cozza con lo spessore che siamo abituati ad associare a questa artista. Dove vivi tu è forse l’unico brano di Tutto daccapo che non riesco del tutto a comprendere nonostante gli ascolti ripetuti.
Ben altro discorso con il senso del resto del disco che invece si è schiarito facendomi apprezzare sempre più sia gli episodi più recenti come Paranoie e Tutto daccapo, sia cose appena più legate al passato: Comme ça, Culi di gomma e In trappola. Ma ci sono episodi che mi piace definire intermedi come Pesci, con un Andrea Jannicola in grande forma e Un’altra carezza, scritta e cantata assieme a Erica Mou.
Un episodio un po’ a se stante è rappresentato da Si può essere felici, una delle canzoni più vecchie dell’album, nata come progetto da perfezionare con Erriquez della Bandabardò – e infatti un provino a due voci lo troviamo, come affettuoso omaggio all’artista scomparso, in coda al disco – e poi recuperato con una nuova veste sonora cantato dalla sola Gabriella. Si tratta senz’altro di una delle cose migliori di un album che fa delle sfumature impercettibili uno dei suoi punti di forza. Paradossalmente questo rischia però di essere anche un difetto, perché oggi gli ascolti sono distratti e questo impedisce di scovarli questi dettagli. Questo disco, che non è perfetto sia chiaro e un velo di transitorietà lo mostra, è tanto, tanto di più di quel che sembra a chi si aspettava il mix di grinta felina e raffinatezza acustica di Gabriella. Un ascolto superficiale rischia di far perdere di vista un progetto che ha invece un incredibile forza nella sua varietà. Una varietà che però si coglie solo con un po’ di pazienza e qualche ascolto in più. In Tutto daccapo c’è un elettropop di alta classe che non si trova così facilmente in progetti analoghi e rappresenta un cambiamento coraggioso e fortemente voluto da Martinelli e che, come tutti i cambiamenti, non è stato del tutto netto con alcuni fili che fanno da raccordo tra le due anime di un’artista in fondo unica. Ecco, riuscire a vedere questi fili, ad ascoltarli vibrare, permette di godere dell’ascolto di un disco davvero bello, di riuscire a vedere i diversi colori di un’alba luminosa. La voce polverosa di Erriquez nei controcanti della bonus track finale è la rivelazione che permette di capire tutto: un omaggio, un saluto, una carnascialia delicata per un nuovo inizio.