Francesco Forni
UNA SCENEGGIATA

CD Soundfly, 2022

di Michele Neri

Per la prima volta Francesco Forni si dedica completamente al dialetto napoletano. A tredici anni dall’esordio solista di TEMPI MERAVIGLIOSI e dopo tre riusciti album realizzati con Ilaria Graziano, Francesco pubblica un’opera ambiziosa, un concept album immerso fino al midollo nella tradizione napoletana, tematicamente e strutturalmente. Operazione molto rischiosa ma perfettamente riuscita. L’abilità tecnica e strumentale di Forni lo mette al sicuro da derive folkloristiche e basta ascoltare l’impianto ritmico di Spacciatore per rendersi conto che in questo disco c’è davvero tanta roba: le percussioni forniscono un tappeto ipnotico per un muro elettrico persino epico. Altro tipo di ipnotismo percussivo quello di Pure si fosse, singolo che ha anticipato l’album, le voci multiple, tutte di Francesco in questo caso, sono una costante del disco e aggiungono ulteriori colori alla variegata policromia della creazione del cantautore. E che il disco sia vario e che si presti a eventuali rappresentazioni teatrali, lo conferma il restante svolgimento, La sposa ad esempio. Perché se troviamo ancora un uso tipico delle percussioni e della chitarra elettrica, qui più eterea, si dimostra come Forni riesce a dare sempre la giusta atmosfera a ogni capitolo del suo racconto. Ancora le percussioni protagoniste in Serenata ed è il maestro Salvio Vassallo a occuparsi di questo aspetto ritmico mentre il basso è quasi sempre tra le mani del titolare. In Serenata torna anche Michele Signore con il suo liuto, era già presente in Pure si fossi. Sebastiano Forte con la chitarra suonata con l’archetto e Mariano Bellopede al pianoforte sono i protagonisti di Padre, tra i brani più canonici del disco. Strumentale, quasi sinfonica e in pieno stile con il titolo, Una sceneggiata vede all’opera Caterina Bianco del duo PMS agli archi, Marco Di Palo al violoncello e Luigi Scialdone al mandolino mentre tutto il resto è opera di Forni e Vassallo. Bellissima e corale Gelusia dove Francesco si avvale dei cori di Valentina Gaudini ma dove si erge lui protagonista con la sua chitarra sempre impeccabile. Qui c’è Ganriele Lazzarotti al basso elettrico. Leggero calo di tensione in Addore ‘e primmavera, apparentemente un tono sotto rispetto al resto. Netta ripresa con Notte scura, intensa ballata ancora con gli archi di Bianco e Di Palo, l’harmonium di Dap (Andrea D’Apolito) e la solita eccellente prova di multistrumentista e di cantante di Francesco Forni. Ci si avvia alla chiusura della storia e delle vicende dei protagonisti con Mercuzio, bellissima, nervosa e con un certo impatto sinfonico grazie all’utilizzo di strumenti a fiato, suonati da Gianfranco Campagnoli. Si torna ad atmosfere sixties e vagamente esotiche con Perduto, interamente suonata da Forni e Vassallo con l’intervento di Caterina Bianco alla viola. Ancora Bianco con Marco Di Palo al violoncello accompagnano la chitarra e la voce di Francesco nella conclusiva Prenditi cura di me. UNA SCENEGGIATA è un album che colpisce al primo ascolto ma che sicuramente ha da dire molto ma molto di più se ci si immerge completamente nella storia: si parla di spaccio nei vicoli del centro di Napoli, di amori solo apparentemente impossibili, di eroi assolutamente improbabili, di fratellanza. Se si riesce a entrare emotivamente nella storia composta da Francesco Forni, questo disco può diventare un vero viaggio. È quindi auspicabile una adeguata rappresentazione concertistica e magari una trasposizione perlomeno teatrale. Secondo me ci vogliono molti ascolti per innamorarsi completamente di questo disco, perché il dialetto – già di per se di una musicalità senza uguali – trasmetta compiutamente i dettagli delle vicende narrate, perché le vibrazioni diventino immagini e i suoni e le parole diventino colonna sonora. Si ci vogliono molti ascolti ma ne vale la pena. E vale la pena di rischiare di non poterne fare a meno una volta che ci si è entrati dentro

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