Rossana Casale
CIRCO IMMAGINARIO

CD D’Autore, 2006

di Giulia Pratelli

Ispirato all’omonimo libro di Sara Cerri, Circo Immaginario (2006) è il dodicesimo album in studio di Rossana Casale. Dopo 10 anni di “silenzio”, l’artista torna con un lavoro di inediti che colpisce per la varietà musicale e per la ricchezza che custodisce al suo interno. Sono addirittura venti, di cui quattro strumentali, i brani che raccontano le avventure di Sofia e di suo padre, ex circense, insieme alla scoperta della vita.

Già da La Bella Confusione (Ouverture) è chiaro che quello che si sta per ascoltare è qualcosa di più di un album, è una vera e propria opera musicale dai contorni cinematografici. Sembra di spalancare le porte di un film di Fellini, di tuffarsi nelle colonne sonore di Nino Rota: si scosta piano la tenda con la mano e ci si fa strada tra polvere, paillettes e attrezzi dei saltimbanchi rimasti a terra per affacciarsi in un mondo sorprendente, fatto di atmosfere balcaniche e tzigane. Non mancano poi riferimenti al sud America e a quel mondo del jazz che Casale conosce e interpreta con classe e sapienza da ormai molto tempo. La sua voce è accompagnata egregiamente (sugli arrangiamenti di Andrea Zuppini) dalla band formata da Ivan Ciccarelli, Carmelo Isgrò, Mario Rosini, Carlo Cantini, Marco Brioschi, Giancarlo Porro, Riccardo Burattini e dai 50 elementi della National Orchestra of Company Radio TV-Moldova.
Ad impreziosire le tracce gli interventi attoriali, che arricchiscono il racconto come fanno Mia Benedetta in Circo immaginario reprise, Paolo Briguglia in Gioir d’amore e Carlo Reali che interpreta Groppo (il vecchio clown) ne Il matto del paese e in Vino divino. La piccola e bravissima Lola Posani è Sofia in Polvere di luci, mentre in Dolce Sofia è addirittura la voce di Pierfrancesco Favino a cantare la parte principale.

È il circo della vita di Sofia, che cresce insieme al padre e cerca la sua strada tra battelli di carta, bolle di sapone, strani amici e ricordi belli e dolorosi, come quel segreto sulla storia della madre, che riscopre e incontra nella dolcissima e meravigliosa Micol sul Filo. Ma è anche il circo della vita di ognuno di noi: sono le nostre acrobazie quotidiane, il nostro immaginare e osare con la fantasia, il nostro consolarci con un bicchiere in più o tuffarci a capofitto nelle storie in cui ci imbattiamo, per caso o per fortuna.

Per descrivere tutti i brani non basterebbero cento di queste pagine.
Non posso far altro che consigliarvi di immergervi in questo mondo coloratissimo, ricco e potente: di entrare in quel Circo “di acrobati, di maghi di giocolieri e di clown” popolato da “streghe di zucchero, fate turchine più bionde che mai” per ubriacarvi divinamente con Il Matto del Paese, lasciarvi prendere in giro e poi guardare il mondo lontano trasformarsi in una palla, dall’alto del filo di Micol. Basterà davvero poco per farsi prendere la mano e scivolare tra i personaggi e le loro avventure, con quella magia possibile solo dentro al tendone dei circensi… e allora non vi resta che sorridere al clown, percorrere il tappeto rosso, varcare l’entrata e trovare il vostro posto a sedere, aspettando che si spengano le luci e si accenda la magia.

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