Francesco Di Giacomo
LA PARTE DEL MANCANTE

LP Sprea Editore, 2019
CD Aerostella, 2019 (con 4 brani in più)

di Viviana Berardi

Era il 21 febbraio del 2019 e molti di noi non aspettavano altro che aprisse un’edicola per stringere tra le mani una copia de LA PARTE MANCANTE. Previsto in versione vinile, è stato pubblicato come il primo disco della collana I Vinili di Prog Italia, grazie al supporto di Guido Bellachioma. C’era un’enorme curiosità mista alla voglia di poter finalmente avere qualcosa che potesse colmare quel senso di immateriale che Francesco Di Giacomo aveva lasciato volando via prematuramente. Grande, presente, generoso…  era per tutti “Big” ma non c’era più.  Inconsapevolmente, però, aveva già in serbo un balsamo per i “lividi” che quella inaspettata scomparsa avrebbe lasciato.

Nel circuito degli addetti ai lavori, soprattutto nell’ambito romano, si vociferava da tempo della possibilità di poter ascoltare ancora una volta l’incredibile voce di Francesco. Se ne parlava soprattutto dopo l’edizione del Premio Tenco 2016 durante la quale La bomba intelligente, un inedito dell’ex cantante del Banco del Mutuo Soccorso (incluso in un disco di Elio e le Storie Tese), aveva vinto la Targa per la migliore canzone.

Chiaramente si trattava di ridare vita alle incisioni custodite gelosamente ma, all’inizio, ha prevalso uno smarrimento generale e il bisogno di silenzio. L’idea è stata messa da una parte fino al giorno in cui Antonella Caspoli, moglie di Di Giacomo, e l’amico e musicista Paolo Sentinelli hanno avuto la forza e l’entusiasmo di rimetterci dentro il cuore. Si trattava di brani pensati per un progetto condiviso con Sentinelli che ha, poi, curato insieme alla moglie la produzione del disco oltre che firmarne sia le musiche che gli arrangiamenti.

Intorno a queste registrazioni trasudanti di domesticità (non soltanto per il fatto di essere vere e proprie incisioni home-made ma perché Di Giacomo e Sentinelli sono stati prima di tutto amici) tutto quello che riuscivano a sviluppare era il frutto di una grande intesa umana oltre che artistica. Francesco pensava e appuntava idee che poi Paolo sviluppava al piano. Quello che oggi possiamo ascoltare è il risultato di dieci anni di fitta frequentazione, di notti passate a confrontarsi e di pensieri volti a trovare la parte mancante, appunto. E Francesco stava cercando una strada diversa da quella già percorsa col Banco, infatti. Quel che mancava era un’evoluzione nel suo percorso individuale. Credo profondamente che nessuno meglio di Paolo potesse tradurre le emozioni che questo lavoro rivela con tanta delicatezza e altrettanta potenza espressiva.

Sentinelli ha costruito arrangiamenti carichi di pathos che però lasciano ampio respiro alla voce e ai contenuti. C’è una straordinaria cura del suono, del campionamento e della ricerca degli effetti che diventano parte integrante del sistema affabulatorio. Di Giacomo era un intellettuale raffinato, così tanto da riuscire a spaziare da un registro alto a uno più ruvido e terreno senza che il suo messaggio perdesse mai forza.  Ai brani embrionali, tratteggiati dalla sola linea della voce e del piano, è stato aggiunto un sontuoso arrangiamento per archi e fiati che proiettano l’ascoltatore verso un varco liminale tra qui e l’altrove. Anche la parte elettronica gioca un ruolo importante nel trascinarci in una dimensione ultraterrena in cui Francesco può sedersi accanto a noi e cantarci le sue riflessioni sulla vita. Dieci brani dalle sonorità classiche ma con sorprendenti momenti di assoluta modernità.

“Voglio scrivere qualcosa sulla solitudine maschile” diceva, ricorda Sentinelli. “Ma sulla solitudine interiore, di quella parte mancante che ognuno di noi si porta dentro”. Forse è questo il motivo che ci consente di penetrare così profondamente nei testi di Francesco… perché quel senso di solitudine prima o poi ci invade tutti, per un motivo o per un altro. La sua voce commuove, entra nelle viscere e difficilmente ne viene fuori… dolce e aspra, rassicurante e tagliente. Nei colori del suo inimitabile timbro Di Giacomo trattiene mille anime, le sue; a volte in contrasto tra loro, in un gioco perpetuo di opposti che offrono infinite possibilità.

LA PARTE MANCANTE è un album profondamente romantico, ironico e anche duro, a tratti fiabesco e senza connotazioni spazio-temporali ma che, certamente, offre una visione privata per poi inquadrarne una più universale. Credo Francesco lo avrebbe voluto esattamente così questo disco.

Era un visionario mai banale che sapeva esplorare temi diversi con diversi linguaggi per approfondirne ogni sfumatura. Un ultimo straordinario regalo di un uomo dalla grande intelligenza emotiva e dalla capacità di immaginare storie che sapeva raccontare come pochi altri, oggi, sono in grado di fare. Questo è uno di quei dischi che quando lo ascolti ti eleva lo spirito. In questi 35 minuti di musica ci sono i sentimenti di amici preziosi e di eccellenti musicisti come Maurizio Masi, Alessandro Papotto, Max Dedo e Adriano Viterbini. Chi per qualche insensata ragione non lo avesse ancora ascoltato, corra a farlo. È un lavoro che di Di Giacomo ha tutte le caratteristiche ma che un amore corale ha, senza alcun dubbio, caricato di bellezza.

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