Iosonouncane
DIE

CD Trovarobato, 2015

di Michela Moramarco

DIE è il secondo album del musicista e produttore sardo noto come Iosonouncane, pubblicato nel 2015 e straordinariamente ancora attuale in un momento storico in cui le proposte discografiche si sbarrano vicendevolmente il passaggio verso il mercato e gli inserimenti in playlist.

Dunque, DIE va oltre. Con 38 minuti e 8 secondi di narrazione sonora, DIE costruisce una storia ricca di suggestioni, dal folk all’elettronica, passando per la vena cantautorale ma indubbiamente underground.

Se siete in dubbio sulla pronuncia di questo titolo parlante e polisemico, avete tutti ragione. Per i nostalgici die è un latinismo che indica il giorno, nonché una parola decisamente ricorrente nell’album; per i pessimisti e filo-anglofoni die è traduzione inglese di morire. Per un occhio attento e poliglotta, die significa lei in tedesco.

Un titolo parlante, insomma, più lingue per un album che si spiega in più linguaggi. Dal linguaggio codificato con tastiere di stampo prog-rock, a ritmi battenti di origine elettro-folk, DIE può risultare imprevedibile. Come la storia che racconta.

Si tratta infatti di un dialogo fra un uomo disperso nel mare, che ha paura di morire ed una donna che osserva la scena, a distanza. Probabilmente la trama non è lampante, ma se c’è un aspetto che risalta certamente è la compresenza dei quattro elementi della natura: terra, acqua, aria, fuoco sono i veri protagonisti di questa danza dal sapore epico, bucolico. Insomma, le caratteristiche per diventare un classico. È un album stratificato, con più livelli di ascolto e di comprensione. Del resto, lo si poteva intuire già dal titolo.

La storia inizia in medias res: l’ ascoltatore non sa come si è arrivati alla scena del naufragio, eppure è subito coinvolto. Il brano d’apertura si intitola Tanca (parola sarda derivante da tancare, chiudere; il contesto è bucolico), traccia di otto minuti circa, caratterizzata da lamenti aborigeni e da un’atmosfera cupa. Segue la traccia forse più nota di tutto l’album, Stormi, ritmicamente solare, che sfuma in Buio, traccia decisamente psichedelica di dieci minuti. E si giunge a Carne, un brano divertente dalle sonorità prog. L’ascolto sfuma a sua volta nel brano etereo dal titolo Paesaggio che conduce alla conclusione: Mandria chiude la narrazione, ricollegandosi semanticamente e anche dal punto di vista sonoro a Tanca.

È indiscutibile: DIE è un album di atmosfere, di paesaggi e di passaggi onirici o no, tra una navigazione oscillante e un imprevedibile naufragio.

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