Flo
BRAVE RAGAZZE
SoundFly, 2022
di Alberto Marchetti / Michele Neri
È probabile che io abbia un debole per l’incedere elegante della voce di Flo, forse perché ella arpeggia in me corde interiori che pochi sanno raggiungere con tanta maestria.
Il dato di fatto è che, ancora una volta, mi suscita stupore la sua facilità di compositrice e interprete (qui quasi alla pari), la versatilità nelle sfumature e il controllo di potenza (ascoltate Maldigo), la brillantezza ideale, la lucidità progettuale. Un album al femminile che, a contraddire il titolo, racconta cattive ragazze coraggiose che hanno percorso sentieri chiusi da rovi, donne reali e di fantasia in solitudine, orgogliose e forti, che hanno pagato e continuano a pagare per propria stessa natura di essere donne, dalla maldicenza alla morte.
Perché questa società radicalmente patriarcale celebra le donne solo tragedia per tragedia, poi la retorica si disperde ogni volta per anemocoria. Omaggi centrati a Gabriella Ferri, Gilda Mignonette, alla cubana La Lupe e all’argentina Leda Valladares.
La matrice musicale è mediterranea e più ancora latina per melodie e ritmiche, calibrato ed essenziale l’arrangiamento che giova al cantato, valore aggiunto l’intervento vocale di Peppe Servillo in Boccamara e quello del chitarrista Paolo Angeli in Maddalena. Da Targa Tenco, e non è la prima volta.
Alberto Marchetti (Vinile 32, gennaio 2022)
Dal Tucuman a Roma, da Napoli a Santiago. Arrivano da luoghi lontani le donne cantate da Flo nel suo ultimo album, uscito il 14 gennaio del 2022. BRAVE RAGAZZE, questo il titolo. E tra le ragazze di Flo c’è la musicologa, cantautrice e poetessa Leda Valladares che quasi un secolo fa, da sola con il suo registratore sulle spalle girava aree rurali argentine con l’intento di salvare canti e tradizioni orali che stavano scomparendo per sempre. Poi c’è Gilda Mignonette, diva partenopea venerata anche negli Stati Uniti. C’è Gabriella Ferri, la regina della canzone romana: autentica come poche altre artiste della nostra cultura. C’è Violeta Parra, indimenticabile “pasionaria” cilena, autrice di veri e propri inni che non ne vogliono sapere di passare di moda, tra tutti Gracias a la vida. E che dire della cubana Lupe Victoria Yolí Raymond detta La Lupe? Una vita avventurosa e maledetta la sua, fatta di popolarità gigantesca e di eccessi, di amori e cadute drammatiche.
Flo le canta, le ricorda, le omaggia, componendo un calidoscopio che non stanca mai, e ci aggiunge per buona misura quattro originali altrettanto vibranti: Boccamara, che la vede duettare con Peppe Servillo, Maddalena (ospite il musicista e compositore Paolo Angeli), Furtunata e Malemaritate.
Semplice ma solo in apparenza, il vestito che viene cucito attorno a queste intense rappresentazioni. Se i musicisti sono solo due, il fatto che si tratti di due autentici fuoriclasse come Michele Maione, responsabile di tutte le percussioni, degli arrangiamenti e del mix finale, e Cristiano Califano, impegnato alle chitarre e alla viola da gamba, rende questo disco ricchissimo di colori e sfumature con una forza e una delicatezza davvero sorprendenti. La vera fuoriclasse però è lei, Flo. La sua voce, la sua capacità interpretativa e la facilità compositiva che la contraddistingue da sempre, la rendono una delle artiste più importanti e carismatiche di questi nostri tempi distratti.
Floriana canta le donne con grande intensità e rispetto, con originalità e passione, come poche altre artiste avrebbero potuto fare, sicuramente con maggiore onestà. Non è certo un caso che abbiamo pubblicato oggi questo omaggio. La stessa Flo è molto orgogliosa di questo suo lavoro, lo sente davvero suo. E fa bene: questo è un disco che a ogni ascolto regala qualche emozione in più. Ascoltandolo si immagina senza sforzo e con gli occhi lucidi, Leda nella campagne argentine o Gilda sofferente sulla nave che disperatamente cerca di riportarla nella sua città, Gabriella a piazza Campo de’ Fiori che si illumina degli sguardi innamorati dei “suoi” romani ma respinge il pretendente indesiderato e tutte le altre donne che Flo ha cantato qui e negli altri suoi album, indipendenti o fragili, piene di talento o meravigliosamente normali, innamorate della vita o irrimediabilmente deluse. Sicuramente uniche. Sì! Non si fa nessuna fatica a chiudere gli occhi e immaginare tutte queste donne ascoltando questo disco. Donne che hanno comunque lasciato un segno indelebile al loro passaggio, che hanno indicato un pezzo di cammino che, purtroppo, è ancora tremendamente lungo.
Michele Neri (Ardisc, marzo 2022)
Foto di Alberto Marchetti.






