Carmine Torchia per Léo Ferré

NON C’È PIÙ NIENTE

Block Nota, 2024

di Alberto Marchetti

Questa meraviglia va tra gli album di interprete migliori dell’anno, senza esitazione alcuna. Un approccio, quello di Carmine, di vero amore, di curata e millimetrica manipolazione, di convinto rispetto e attenzione per questa materia lavica e oscura, potente e disperata, che ti affama e ti sfama, che strappa pelle e flaconi di sangue, che ti fa venire la pelle d’oca e ti costringe e rivedere modelli e convinzioni, comportamenti e approcci. E’ cosa che riesce davvero a pochi. Alle traduzioni di Enrico Medail e Guido Armellini il cantautore calabrese, mettendoci tutto se stesso, aggiunge di suo pugno, per la prima volta in italiano, sotto l’attenta supervisione di Mathieu Ferré, Thank you Satan, La Memoire et la Mer, Sans Façon, L’Oppression, L’Espoir, la Marseillaise e, mai incisa da Léo, La Mauvaise Graine. Carmine Torchia è autentico, vero, non interpreta ma fa suoi i brani, le parole, i concetti; canta con passione, dolore, partecipazione; dilata e comprime, aggiunge mirate spalle rockeggianti a quel fiume impetuoso e travolgente, addolcisce e inasprisce visioni e paesaggi, ci riconsegna un autore formidabile irrimediabilmente contemporaneo, attuale; ci conferma ancora nella convinzione di quanto possa essere stupefacente il connubio magico tra musica e poesia. Introduzioni e chiarimenti di Mathieu, di Enrico De Angelis, dell’altrettanto innamorato Andrea Satta.

 

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